DIAGNOSI:
Il quadro clinico (quanto riferito dal paziente) e l’esame obiettivo variano dalla gravità e della fase dell’epifisiolisi. Nella maggior parte dei casi il paziente riferisce un dolore sordo, che si accentua con le attività motorie, spesso di lunga durata (settimane o anche mesi) localizzato a livello dell’anca, dell’inguine o irradiato alla coscia ed al ginocchio. In altri casi la presentazione assomiglia ad un fratture: dolore molte forte ed acuto, impossibilità a camminare. Alcune classificazioni aiutano a suddividere i quadri clinici:
- Classificazione temporale:
- Acuta: i sintomi durano da meno di 3 settimane
- Cronica: i sintomi durano da più di 3 settimane
- Acuta su cronica: si verifica un’esacerbazione del dolore su un quadro cronico
- Classificazione meccanica:
- Stabile: il bambino ha dolore ma riesce ad appoggiare la gamba a terra
- Instabile: assomiglia ad una frattura. Il bambino non riesce ad appoggiare sull’arto inferiore interessato
N.B. in un paziente in accrescimento che riferisce un dolore alla coscia ed al ginocchio va sempre escluso che non sia un dolore irradiato e riferito cioè che non sia un dolore che origina dall’anca e che si irradia alla coscia ed al ginocchio.
Nel sospetto di un’epifisiolisi il primo esame indicato è, solitamente, la radiografia del bacino sempre associata alle proiezioni assiali per le anche (la solo proiezione antero-posteriore del bacino può essere falsamente negativa). Tuttavia, nelle fasi iniziali, cioè quelle con il cedimento della fisi ma senza scivolamento, la radiografia può non mostrare alcun segno o mostrare dei segni molto sfumati. Nei quadri conclamati, invece, la radiografia permette di quantificare la gravità della malattia mediante la classificazione di Southwick o quantificando la percentuale di scivolamento.
La risonanza magnetica riveste un ruolo importante in presenza di un alto sospetto diagnostico con una radiografia negativa o dubbia.