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CHE COS’È:

L’osteogenesi in distrazione, come dice il nome stesso, prevede la graduale distrazione (o allontanamento) di due segmenti ossei attraverso un’osteotomia. Il movimento dei monconi ossei viene creato sfruttando un presidio medico dedicato, che può essere un fissatore esterno o un chiodo allungabile.

L’obiettivo è quello di portare gradualmente il segmento scheletrico (es. il femore) in un allineamento corretto al fine di migliorare la biomeccanica e la funzione.

PRINCIPALI INDICAZIONI:

È una tecnica chirurgica molto versatile. Questo intervento viene spesso eseguito sul femore, sula tibia, sull’omero e su radio/ulna. Le sue indicazioni principali sono deformità moderate o gravi, soprattutto su più piani dello spazio ed in particolare se associate con un’eterometria.

Arto inferiore sx più corto

TECNICHE CHIRURGICHE:

Richiede almeno 2 interventi chirurgici: il primo per l’osteotomia e l’applicazione del dispositivo di allungamento, il secondo per la sua rimozione. Per l’osteotomia si rimanda alla scheda relativa.

Il dispositivo di allungamento può essere rappresentato dal:

  • Fissatore esterno: ce ne sono di molti tipi. È formato da un corpo (barre, cerchi ecc.) unito al segmento osseo da fili o viti metalliche;
  • Chiodo endomidollare allungabile: è un presidio interno e non sporge dalla cute. Viene inserito all’interno del canale endomidollare dell’osso e viene bloccato con alcune viti. Non può essere utilizzato nei pazienti in accrescimento perché durante il suo inserimento si danneggerebbero le cartilagini di accrescimento

DOPO L’INTERVENTO CHIRURGICO?

Si tratta di una procedura che richiede un impegno importante da parte del paziente e di chi se ne prende cura.

Fissatore esterno

Le correzioni vengono eseguite nell’arco di diverse settimane o mesi.

Nella maggior parte dei casi è sufficiente un ricovero di 48 – 72 ore. Durante il ricovero vengono monitorati i parametri vitali, gli esami ematici ed eseguite le prime medicazioni. In alcuni casi si posiziona un drenaggio chirurgico che aiuta ad evitare il formarsi di raccolte di sangue a livello della frattura che viene rimosso entro 24 – 48 ore dall’intervento chirurgico.

La distrazione dei monconi ossei prevede tre fasi:

  1. Fase di latenza: inizia subito l’intervento e dura solitamente dai 3 ai 5 giorni. Non viene eseguito nessun allungamento e si da il tempo all’ematoma che si forma a livello dell’osteotomia di organizzarsi;
  2. Fase della distrazione: è la fase in cui avviene l’allungamento e la correzione delle deformità. Viene fatta solitamente a 0.75 mm o 1 mm al giorno (quindi ad esempio per allungare un centimetro ci vogliono 30 – 40 giorni). L’allungamento giornaliero viene solitamente suddiviso in tre allungamenti nell’arco della gioranta.

A seconda del tipo di presidio utilizzato (es. fissatore esterno circolare, fissatore esterno esapodale, chiodo allungabile) verranno fornite tutte le direttive;

  • Fase di consolidazione: la distrazione crea uno spazio vuoto che viene riempito da rigenerato osseo. Il rigenerato ha bisogno di molto tempo per consolidare e diventare osso normale. Il tempo richiesto è di circa 1 mese e mezzo – 2 mesi per ogni centimetro guadagnato (per un allungamento di 3 centimetri occorrono 3 – 4 mesi di consolidazione).

Per l’arto inferiore viene solitamente vietato il carico durante la fase di allungamento e concesso un carico parziale durante le fasi iniziali della consolidazione, da incrementare fino al carico completo.

A domicilio il paziente o chi lo assiste dovranno provvedere agli allungamenti quotidiani (verrà fornito un programma con tutte le istruzioni a riguardo) ed alle medicazioni da fare mediamente ogni 5 – 7 giorni.

È indispensabile che venga iniziato programma fisioterapico subito dopo l’intervento chirurgico per mantenere mobili le articolazioni sopra e sotto il segmento osseo che viene allungato (es. ginocchio e caviglia se l’allungamento è della tibia).

Dopo la dimissione vengono impostati dei controlli ambulatori che il paziente è tenuto a rispettare.

La prima visita di controllo è prevista a 5 – 7 giorni dopo l’inizio dell’allungamento per controllare la corretta esecuzione degli allungamenti.

A 15-20 giorni dall’intervento verrà eseguita una radiografia per controllare che l’allungamento avvenga regolarmente a livello dei due segmenti ossei.

I controlli radiografici saranno successivamente ogni mese circa fino al completamento della fase di allungamento.

Una volta completato l’allungamento, i controlli saranno ogni 40 – 60 giorni fino alla consolidazione completa del rigenerato osseo.

POTENZIALI COMPLICANZE:

Come ogni intervento chirurgico, anche l’osteogenesi in distrazione può presentare delle complicanze. Prima, durante e dopo l’intervento vengono intraprese tutte le precauzioni necessarie per ridurre al minimo questo rischio che però non può essere mai eliminato del tutto.

Tra le principali complicanze troviamo:

  • Prematura consolidazione dell’osteotomia: in questi casi è necessario un ulteriore intervento chirurgico per l’esecuzione di una nuova osteotomia;
  • Ritardo di consolidazione o mancata consolidazione del rigenerato: è una complicanza grave e spesso richiede un intervento chirurgico per la sua risoluzione;
  • Incurvamento del rigenerato: alla rimozione del fissatore anche se radiograficamente il rigenerato sembra consolidato. Nella maggior parte dei casi l’incurvamento è lieve e non richiede trattamento. Nei casi più gravi può essere necessario intervenire chirurgicamente
  • Rigidità articolare: durante l’allungamento osseo anche i tessuti molli (muscoli, tendini ed articolazioni) vengono stirati. Se non vengono aiutati mantenuti elastici con la fisioterapia si crea tensione che riduce l’escursione articolare. È una complicanza importante. Richiede di rallentare o di fermare del tutto l’allungamento e nei casi più gravi di riaccorciare il sito di distrazione;
  • Lussazione articolare: si verifica soprattutto in caso di fattori predisponenti come, ad esempio, un’instabilità su base congenita. È una complicanza importante. Richiede di rallentare o di fermare del tutto l’allungamento e nei casi più gravi di riaccorciare il sito di distrazione;
  • Infezione superficiale (cute e tessuti molli): frequente in caso di utilizzo del fissatore esterno. Nella maggior parte dei casi si risolve con una terapia antibiotica
  • Infezione profonda (infezione ossea): complicanza poco frequente
  • Lesioni neurovascolari
  • Sindrome compartimentale
  • Problematiche anestesiologiche