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TRATTAMENTO:

L’obiettivo del trattamento dell’astragalo verticale congenito è quello di correggere le deformità caratteristiche al fine di ripristinare la normale forma plantigrada del piede.

Il tipo del trattamento varia in base alla gravità ma soprattutto all’età al momento della diagnosi e dell’inizio dello stesso e prevede quasi sempre una o più tappe chirurgiche.

Idealmente, il trattamento andrebbe iniziato il prima possibile, non appena le condizioni del neonato lo permettono. In questo modo, la deformità risponde meglio al trattamento. Con l’avanzare del tempo le deformità dell’astragalo congenito verticale diventano progressivamente più gravi, più rigide e strutturate.

Trattamento conservativo:

Il trattamento conservativo dell’astragalo verticale congenito da solo non è quasi mai sufficiente a correggere in maniera completa e definitiva le deformità prima descritte ed è sempre associato ad una o più tappe chirurgiche.

Tuttavia, trova indicazione nella quasi totalità dei pazienti affetti da astragalo verticale congenito in quanto è propedeutico e preparativo per l’intervento chirurgico.

La sua efficacia è inversamente proporzionale all’età di inizio: tanto più il bambino è piccolo e tanto più è efficace. Prevede delle manipolazioni seguite da gessetti correttivi (definiti anche “reverse-Ponseti”) per un totale di 5-6, cambiati con frequenza settimanale. Questi hanno lo scopo di allungare i tendini dorsolaterali contratti, le capsule articolari e della cute.

Trattamento chirurgico:

Come già detto in precedenza la quasi totalità dei bambini con astragalo verticale congenito necessita di intervento chirurgico.

La complessità dell’intervento chirurgico dipende dalla rigidità del piede e da quanto la deformità è strutturata.

Alcune tecniche chirurgiche sono:

  • trattamento chirurgico mini-invasivo: trova indicazione nei bambini più piccoli che rispondono bene al trattamento conservativo con i gessi. Questo trattamento chirurgico consiste in una riduzione (cioè il riposizionamento nella posizione corretta) incruenta (senza taglio) o, nei casi più complessi, cruenta (cioè con un’incisione chirurgica) dell’articolazione astragalo-navicolare, la sua artrodesi temporanea con filo di Kirschner (per mantenerla nella corretta posizione) associata alla tenotomia percutanea del tendine d’Achille. Nei casi particolarmente gravi e rigidi può essere associato anche l’allungamento del tendine del tibiale anteriore o del tendine del peroneo breve. A questo fa seguito un ultimo periodo in gesso di circa 6 settimane (con una sostituzione dopo circa 15 giorni dall’intervento chirurgico). Rimosso il gesso sarà quindi applicato un tutore (a tempo pieno fino all’inizio della deambulazione) e poi a tempo parziale negli anni successivi per ridurre al minimo il rischio di recidiva;
  • allungamenti tendinei: trovano indicazione in caso di rigidità dell’abduzione o della dorsiflessione dell’avampiede;
  • release posteriore: trova indicazione nelle forme particolarmente rigide o in caso di recidiva in cui prevale una deformità in equino. Attraverso delle incisioni chirurgiche si vanno a liberare le articolazioni della caviglia e della sottoastragalica;
  • naviculectomia: consiste nell’asportazione dello scafoide tarsale. Trova indicazione nelle forme particolarmente gravi, soprattutto recidivanti, in cui non è possibile ripristinare i rapporti articolari dell’articolazione astragalo-scafoidea.

PROGNOSI:

Se non trattato, l’astragalo verticale congenito comporta una notevole disabilità. La posizione verticale dell’astragalo comporta la sporgenza della testa astragalica a livello della pianta del piede. Questo comporta la formazione di callosità, dolore con una limitazione della deambulazione. Il corretto trattamento, in particolare se tempestivo, permette di ripristinare la forma plantigrada del piede. La prognosi dipende dalla gravità della deformità e della patologia di base e dal tempismo dell’inizio del trattamento.

Diagnosi – Astragalo verticale congenito

Fonti:

  • Wenger DR. Foot deformities in infants and children. Pediatr Clin North Am. 1986
  • Sankar WN. Orthopaedic conditions in the newborn. J Am Acad Orthop Surg. 2009
  • Dobbs BM. Early results of a new method of treatment for idiopathic congenital vertical talus. J Bone Joint Surg Am. 2006
  • Sanzarello I. One-stage release by double surgical approach for neglected congenital vertical talus: results in a series of walking children in Tanzania. J Pediatr Orthop B. 2019