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TRATTAMENTI:

L’obiettivo del trattamento del piede piatto è quello di ottenere un piede non doloroso con una biomeccanica funzionale alla deambulazione. L’obiettivo “estetico”, cioè quello di ottenere un piede dalla forma “normale” non va perseguito in quanto può essere controproducente rispetto alla funzionalità del piede.

Come già detto fino all’età di 4 – 6 anni il piede piatto idiopatico è un riscontro fisiologico e non patologico. Nella maggior parte dei casi il piede acquisisce spontaneamente la volta plantare durante la crescita. Il ricorso a plantari “preventivi” in questa fascia d’età è molto dibattuto. È stato riportato nella letteratura scientifica che non influenzano la storia naturale del piede piatto: l’utilizzo del plantare non migliora la forma del piede. Anche un piede piatto che periste oltre tale età ma che non è doloroso o non causa un’alterazione significativa del passo deve essere considerato necessariamente patologico.

Il trattamento del piede piatto idiopatico è necessario quando questo è sintomatico.

Trattamento conservativo:

Il primo approccio terapeutico è quello conservativo (cioè non chirurgico) e si basa su 3 elementi fondamentali:

  • Modifica delle abitudini di vita: nella fase acuta del dolore si può ricorrere al riposo ed alla modifica delle attività, in particolare quella sportiva. Nei bambini sovrappeso, inoltre, è fondamentale il calo ponderale;
  • Esercizi specifici: lo stretching per il tendine d’Achille e per il tricipite surale ed il rinforzo della muscolatura del piede aiutano ad alleviare il dolore soprattutto se associato ad una rigidità del tendine d’Achille;
  • Ortesi: tramite l’utilizzo di plantari.

Trattamento chirurgico:

Il trattamento chirurgico trova indicazione principalmente in caso di piede piatto flessibile sintomatico che non risponde alla terapia conservativa.

Le principali tecniche chirurgiche utilizzate sono:

  • Artrorisi o artroereisi della sottoastragalica: è un intervento chirurgico che serve a limitare l’eccessiva escursione dell’articolazione sotto-astragalica (l’articolazione tra l’astragalo ed il calcagno) mediante l’impianto di un presidio ortopedico dedicato. Questo può essere ottenuto con diverse tecniche (es. calcaneo-stop; vite conica astragalica; endortesi) o diversi materiali (riassorbibili o non riassorbibili) la cui scelta dipende soprattutto dall’esperienza del chirurgico. La principale indicazione, come già detto, è un piede piatto flessibile sintomatico in bambini di età compresa tra 9 e 15 anni.

È un intervento molto sponsorizzato ed utilizzato in Italia mentre trova poca indicazione nei paesi anglosassoni in quanto i risultati a lungo termine non sono ancora noti. Ha il vantaggio di essere un intervento mini-invasivo, (richiede solo un piccolo taglio di 3-4 cm) con dei risultati a breve e medio termini buoni.

Tuttavia, sebbene l’intervento sia mini-invasivo, (richiede solo un piccolo taglio di 3-4 cm) non è esente da rischi e da complicanze. Tra queste troviamo infezioni, conflitti o mobilizzazione dell’impianto, contrattura dolorosa dei peronieri ecc.

Pertanto, interventi chirurgici “preventivi” su piedi piatti flessibili asintomatici sono sconsigliati ed andrebbero evitati (un piede piatto flessibile non doloroso potrebbe diventare doloroso dopo l’intervento!!!)

  • Osteotomie: prevede il taglio (frattura chirurgica controllata) di un osso e il suo riposizionamento nella corretta posizione. Tra quelle indicate per il trattamento del piede piatto flessibile sintomatico troviamo l’osteotomia calcaneare varizzante, l’osteotomia di allungamento della colonna laterale ecc;
  • Artrodesi: consiste nel provocare la fusione chirurgica delle articolazioni del piedi. È un intervento molto invasivo e viene raramente indicato nel piede piatto flessibile idiopatico
  • Tempi accessori sui tessuti molli: trovano spesso indicazioni in associazione agli altri interventi sopra descritti. Prevedono ad esempio l’allungamento del tendine d’Achille in caso di una sua retrazione, il tensionamento capsulo-tendineo mediale ecc.

PROGNOSI:

Il piede piatto flessibile asintomatico non deve essere considerato sempre una vera patologia.

Come spiegato poco fa, il riscontro di un piede piatto flessibile è normale nei primi anni di vita.

Tuttavia, anche un piede piatto che permane nei bambini più grandi non è una condizione necessariamente patologica dal momento che molto spesso non provoca dolore o disturbi.

In alcuni casi, piuttosto rari, il bambino può lamentare dolore al piede, alla caviglia e/o alla gamba. In questo caso si parla di piede piatto flessibile sintomatico. Il piede piatto sintomatico spesso è dovuto ad un’associata rigidità del tendine d’Achille e del tricipite surale. Il dolore nel piede piatto sintomatico è spesso causato da un sovraccarico delle strutture della pianta del piede o della gamba e viene riferito in queste sedi.

In letteratura non ci sono evidenze scientifiche che il piede piatto flessibile causi una degenerazione più rapida delle strutture del piede.

Diagnosi – Piede piatto idiopatico

Fonti:

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