TRATTAMENTO:
L’obiettivo del trattamento del piede torto congenito è quello di ottenere un piede dalla forma plantigrada (il punto di appoggio è la pianta del piede), elastico e funzionale e non doloroso.
Nel passato quasi la totalità dei piedi torti veniva trattata chirurgicamente. Tuttavia, i piedi operati erano spesso rigidi, deboli con una notevole disabilità nella vita adulta.
Trattamento non chirurgico:
Al giorno d’oggi il primo approccio per il trattamento del piede torto congenito è il metodo di Ponseti che va iniziato appena possibile (il periodo ideale sarebbe intorno ai 7-10 giorni di vita).
Questo consiste da una correzione progressiva delle deformità del piede torto congenito mediante una serie di manipolazioni e gessi correttivi rinnovati con cadenza settimanale.
Il numero di rinnovi necessari dipende dalla gravità del piede torto iniziale, solitamente vanno da 4 a 6. Se l’equino non risponde alla correzione con i soli gessi si ricorre alla tenotomia percutanea del tendine d’Achille seguita da altre tre settimane di gesso.
Il trattamento termina con l’utilizzo di un tutore dedicato.
Trattamento chirurgico:
Come già detto, grazie al metodo Ponseti, gli interventi di release chirurgico ampiamente utilizzati in passato sono raramente indicati.
Tra gli interventi chirurgici più frequentemente utilizzati per il trattamento del piede torto congenito c’è la tenotomia percutanea del tendine d’Achille che fa parte del metodo Ponseti e serve per correggere la componente dell’equino. Questo intervento mini-invasivo consiste nel tagliare il tendine d’Achille vicino alla sua inserzione sul calcagno in maniera percutanea, quindi senza grandi tagli. Il tendine guarirà da solo in una buona posizione dal momento che a questo intervento chirurgico fa seguito un gesso con il piede nella posizione corretta, mantenuto per 3 settimane.
Nei bambini più grandi ed in caso di recidiva o di diagnosi tardiva possono essere indicati interventi chirurgici che servono a migliorare la forma e la funzionalità del piede. Questi possono essere preceduti da diversi gessi in correzione progressiva secondo il metodo Ponseti, definiti re-casting.
I principali interventi chirurgici per il trattamento del piede torto sono:
- Transfer del tendine tibiale anteriore: Questa procedura viene eseguita, solitamente, dopo i tre anni di età in caso di recidiva di alcune componenti del piede torto congenito (soprattutto la supinazione ed il varo). Normalmente il tendine tibiale anteriore si inserisce alla base del primo cuneiforme e del primo metatarsale. La sua funzione, nella recidiva del piede torto, ne accentua la deformità. Questo intervento chirurgico prevede quindi di spostare l’inserzione del tendine tibiale anteriore dalla sua posizione originale ad una parte più esterna del piede (solitamente il terzo cuneiforme). Questo modifica la funzione del tendine tibiale anteriore che in questo modo contrasta le deformità in supinazione ed in varo. All’intervento chirurgico fa seguito un gesso femoro-podalico per 4-6 settimane;
- Allungamento del gastrocnemio o del tendine d’Achille: Raramente, il tendine d’Achille o il gastrocnemio possono rimanere molto rigidi anche dopo il trattamento, impedendo alla caviglia di muoversi verso l’alto (recidiva della deformità in equino), per cui è necessario allungare il muscolo
- Osteotomie ed artrodesi: al giorno d’oggi trovano indicazione raramente. La loro indicazione principale, infatti, è la grave recidiva del piede torto soprattutto nei bambini più grandi. È più frequente nelle forme atipiche o secondarie.
PROGNOSI:
Se non trattato (o se trattato male) il piede torto congenito può comportare una notevole disabilità. Il piede normale viene definito plantigrado, cioè il suo punto di appoggio con il terreno è la pianta che è una struttura predisposta a questa funzione. Nel piede torto congenito il punto di appoggio del piede con il terreno, invece, non è più la pianta del piede ma, a seconda della gravità, può essere il lato esterno del piede o addirittura la parte dorsale; tutte strutture non predisposte per sopportare il carico. Questo comporta la formazione di callosità, dolore con una limitazione della deambulazione.
Il trattamento con il metodo Ponseti permette di ottenere degli ottimi risultati in oltre il 90% dei casi.
Il piede torto congenito secondario o sindromico (associato cioè a patologie come la spina bifida, l’artrogriposi, la sindrome di Larsen) ha, invece, una prognosi variabile a seconda della condizione di base.
Fonti:
- Ponseti IV. Congenital clubfoot: Fundamentals of treatment. Oxford Medical Publication 1996.
- Ippolito E, Gorgolini G. Clubfoot pathology in fetus and pathogenesis. A new pathogenetic theory based on pathology, imaging findings and biomechanics a narrative review. Ann Transl Med. 2021 Jul; 9(13): 1095.
- Farsetti P, Caterini R, Mancini F, et al. Anterior tibial tendon transfer in relapsing congenital clubfoot: long-term follow-up study of two series treated with a different protocol. J Pediatr Orthop 2006; 26: pp. 83-90.
- Sanzarello I, Nanni M, Faldini C. The clubfoot over the centuries. J Pediatr Orthop B . 2017 Mar; 26(2): pp. 143-151.
- Marinelli M, Falcioni D, Gigante AP, Coppa V. Relapse in surgically treated clubfoot: treatment approach and midterm results of revision surgery. Acta Biomed. 2022 Aug 31; 93(4): e2022265.